La Basilica

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Sant'Antonio

STORIA DELLA BASILICA

La devozione popolare crebbe a tal punto dopo la canonizzazione di Antonio (30 maggio 1232), che la piccola chiesa di Santa Maria Mater Domini non fu più in grado di accogliere tutti i pellegrini che ogni giorno si recavano a venerare la tomba del Taumaturgo. Nacque così l'idea di erigere una chiesa grandiosa, che fosse degna di accogliere e conservare le spoglie mortali di Antonio. Non conosciamo né l'autore - o gli autori - del progetto, né l'anno in cui venne dato l'avvio alla costruzione. Le difficoltà si presentarono già alla stesura del progetto: i francescani, sino ad allora, avevano edificato solo piccole costruzioni e spesso si erano avvalsi di impianti già esistenti; inoltre l'area attorno a Santa Maria era proprietà di privati e poté essere acquistata gradatamente grazie al denaro proveniente dalle elemosine. Dall'antica costruzione di Santa Maria - oggi inglobata nella basilica - si sviluppò col passare dei secoli il monumentale complesso del Santo, cresciuto grazie alla devozione popolare. Cronache indirette fanno risalire il primo cantiere al 1238. Venne eretto un edificio a croce latina, corrispondente agli attuali navata centrale e presbiterio. La chiesa, di chiaro impianto romanico, aveva una sola ampia navata, un breve transetto, una corta abside e soffitto a capriate lignee. Probabilmente le arcate laterali erano già presenti, anche se provvisoriamente tamponate, in attesa della costruzione delle navate laterali. I lavori ebbero una forte accelerazione dal 1256, dopo la liberazione della città dalla tirannia di Ezzelino da Romano: furono aggiunti le due navate laterali e un secondo transetto, posto davanti al primo. Nel 1263 la nuova chiesa accolse finalmente l'arca del Santo, che venne posta nella navata centrale. Anche il Comune decise di partecipare finanziariamente ai lavori di ampliamento; sotto la spinta devozionale originatasi in seguito al ritrovamento della lingua incorrotta nella prima ricognizione, cominciò un'opera di rinnovamento radicale che modificò la basilica rendendone l'aspetto simile a quello odierno: oltre a completare la facciata secondo lo stile lombardo, si pensò di aggiungere attorno al coro un deambulatorio, su cui si aprissero nove cappelle disposte a raggiera; vennero poi erette la cappella del Santo e quella di San Giacomo, e infine sei cupole e due torri ottagonali. Nel 1310 l'arca venne trasferita dal centro del transetto: è alquanto dubbia la sua collocazione nella cappella del Santo, a causa dell'enorme quantità di impalcature necessarie per la costruzione delle cupole: probabilmente l'arca venne spostata nel presbiterio o nella cappella al centro del deambulatorio, per essere definitivamente trasferita nella cappella del Santo a lavori terminati. Verso la fine del Trecento un fulmine colpì uno dei due campanili romanici e lo fece rovinare sulla zona absidale: venne riaperto il cantiere e, nonostante le numerose interruzioni, i campanili vennero sostituiti con le due torri attuali; la parte absidale venne allungata e alzata per ricreare l'equilibrio perduto con l'aggiunta delle cupole, fino a raggiungere, verso la metà del XV secolo, la struttura corrispondente a quella odierna; l'unica notevole modifica è rappresentata dall'aggiunta settecentesca della cappella delle reliquie, che portò la basilica ad assumere definitivamente l'aspetto attuale. Nel corso del Settecento ebbe luogo un ulteriore restauro, dopo i danni causati da un incendio che colpì la zona compresa tra transetto, coro e presbiterio e intaccò quattro cupole e il campanile dell'orologio, ma non ci furono modifiche strutturali. Sei secoli di storia e arte ci hanno consegnato un tesoro architettonico, un edificio unico nel suo impianto, in cui convivono e si armonizzano la calma possente del romanico, il verticalismo e l'eleganza del gotico e la leggerezza giunta dall'Oriente.

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